ADHD

Che cos'è l'ADHD

L'acronimo ADHD è divenuto negli ultimi anni molto famoso tra le famiglie con bambini piccoli che entrano nelle scuole primarie. ADHD sta per disturbo da deficit di attenzione e iperattività, e rappresenta un pattern di sintomi che vanno dalla disattenzione alla iperattività all'impulsività, una sintomatologia molto variegata che tende ad inficiare il funzionamento e lo sviluppo del bambino.

Quella che per molto tempo appariva come una diagnosi jolly, ovvero quando non si riusciva a capire quali difficoltà avesse il bambino, oppure non lo si riusciva a gestire in classe, si invocava l'ADHD. Attualmente invece è riconosciuta come una sindrome specifica con delle caratteristiche molto particolari che può essere superata attraverso una diagnosi precoce ed esaustiva, in modo da poter progettare un percorso che includa scuola e famiglia.

Come si riconosce

Come prima cosa dobbiamo aver ben chiaro che la sintomatologia della ADHD è e deve essere presente prima dei 12 anni, altrimenti non possiamo parlare di ADHD e che i suoi sintomi dovranno essere presenti in più contesti casa, scuola, amici, ecc., e dovranno interferire con la qualità del funzionamento sociale, scolastico e lavorativo.

I sintomi prevedono difficoltà di attenzione e problemi di iperattività ed impulsività. I primi, quelli legati al versante dell'attenzione possono essere riassunti in questo modo: facile distraibilità, difficoltà a mantenere l'attenzione prolungata in un compito o in un gioco, difficoltà ad organizzarsi nei compiti o nel gioco, appare distratto quando gli si parla direttamente, sbadato nelle attività quotidiane e facilmente attratto da distrattori esterni. Il versante dell'iperattività invece mostra una sintomatologia più legata alla difficoltà di rimanere calmo e fermo nei contesti in cui questo viene richiesto come ad esempio a scuola, spesso parla troppo, da risposte di getto talvolta senza aspettare che le domande siano finite, ha difficoltà a dedicarsi ad attività anche ludiche in modo tranquillo, ha difficoltà a rimanere fermo per un periodo prolungato sentendosi a disagio, ecc.

Tutti questi sintomi possono presentarsi insieme facendo si che si parli di una ADHD combinata tra disattenzione e iperattività o presentarsi con prevalenza di disattenzione o di iperattività. Perché è importante fare questa distinzione? Perché questo indirizzerà molto il tipo di intervento che potrà essere fatto con il bambino. Va da sé che se un bambino ha una prevalenza di sintomi legati alla disattenzione, l'intervento sarà maggiormente dedicato a far fronte a tale difficoltà piuttosto che all'iperattività. Una diagnosi precoce che prevede una valutazione neuropsicologica del bambino per valutare se e che tipo di ADHD ha è fondamentale nella costruzione di un programma riabilitativo, che possa aiutarlo a superare le sue difficoltà.

Secondo i modelli neuropsicologici possiamo avere due tipologie di bambini quelli con stile motivazionale delay avesion che mostrano disattenzione e iperattività solo in situazione in cui ci sono elevate richieste di attesa e di prestazioni prolungate, e quelli che mostrano deficit esecuti del controllo inibitorio che si monifestano con comportamenti pervasivi indipendentemente dalle richieste del contesto.

Questo modello neuropsicologico a due vie ci permette di capire ed interpretare tutti le possibili manifestazioni della ADHD e di lavorare sui punti di forza e di debolezza del bambino con interventi mirati.

L'ADHD può spesso, ma non sempre, presentarsi in comorbilità con altri disturbi: disturbi esternalizzati (oppositivo-provocatorio, della condotta), internalizzati (ansia e disturbi dell'umore), disturbi specifici dell'apprendimento. Questo fa si che il trattamento sarà integrato e mirato anche agli altri disturbi.

L'intervento prevederà un coinvolgimento non solo del bambino ma anche dei sistemi a lui più vicini come la famiglia e la scuola, quest'ultima è quella che per prima segnala le difficoltà del bambino e la sua difficoltà di gestione in classe, risulta quindi fondamentale e di vitale importanza per una risoluzione della problematica, far si che l'istituzione scolastica sia impegnata direttamente nel trattamento del disturbo.

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Psicologo a Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a Roma
Iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lazio n. 17240
Laurea in psicologia clinica e di comunità

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